Nel centro urbano il Bacchiglione, proveniente dal Bassanello, si divideva in due rami principali, il Tronco Maestro verso nord sulle tracce del vecchio alveo lasciato dal Brenta dopo l'alluvione del 589, ed il Naviglio Interno verso est che intersecava la controansa del paleoalveo del Brenta. All'intersezione un bivio dirigeva un ramo verso nord per ricongiungersi di nuovo al Tronco Maestro nella zona dell'attuale Ponte Molino, e un altro principale proseguiva verso sud est, chiamato Canale di Santa Chiara, verso il Pontecorvo ed infine i vari rami si riunivano nuovamente nei pressi dell'attuale Stanga. Il primo tratto del Naviglio interno, detto anche delle Torricelle, tra il Castello (vecchio) di Ezzelino e l'attuale Questura, è quindi con tutta probabilità uno scavo artificiale effettuato attorno all'anno 1000 e creava un netto confine urbano, all'interno del quale la città medioevale, completamente circondata d'acque e con attorno una pianura per buona parte paludosa, potè risorgere dopo centinaia d'anni di abbandono e rovina. Nel 1220 venne concesso lo scavo di un canale (forse sulle tracce di un altro paleoalveo), denominato delle Acquette, al monastero di S.Maria in Vanzo allo scopo di azionare nuove ruote di mulino. Nel 1223 una nuova concessione al monastero di S.Maria in Porcilia permise di scavare un nuovo canale, il Canale di Santa Sofia che dal Piovego, nei pressi degli attuali giardini dell'Arena, attraverso l'attuale via Morgagni, arrivava alle ruote di molino situate nella sede dell'attuale Ospedale Civile e sfociava nel Canale Santa Chiara presso Pontecorvo. Questo canale venne interrato nella seconda metà del 1800. Ai monaci benedettini di Santa Giustina nel 1230 venne concesso lo scavo del Canale Alicorno che entrava negli orti del convento per riunirsi successivamente al Canale di Santa Chiara e al Canale di Santa Sofia presso il Pontecorvo a formare il Canale di San Massimo. Il canale venne risistemato nel 1500 ad uso della nuova cinta muraria veneziana e successivamente, nel 1700 ad opera di Memmo, divenne il collettore per la nuova sistemazione del Prato della Valle. Ezzelino III, il famoso tiranno, nel 1246 concesse ad un suo protetto la facoltà di scavare un canale che faceva un semicerchio tra il ponte San Leonardo e ponte Molino, denominato per questo Canale Bovetta, per sfruttare l'acqua per i personali mulini e folli da lana. Il canale venne interrato nei primi del 1900. Con la creazione della nuova cinta muraria del 1509 ad opera dei veneziani, venne completato un anello d'acque esterno alle mura, la Fossa dei Bastioni e le opere di sostegno a San Massimo, dando una sistemazione definitiva alle acque in città. Trattandosi di un territorio alluvionale, attorno alla città erano numerose le paludi e i laghetti, la più nota delle quali copriva il Prato della Valle. Di esse restarono tracce fino ai primi decenni del 1800. Canale Bisatto Canale Battaglia Canale Piovego Canale Brentella Canale Scaricatore, Canale San Gregorio e Piano Gasperini |